Napoli. Ancelotti non va alla festa di addio di Hamsik

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Carlo Ancelotti non c’era alla festa d’addio di Marek Hamsik. Il capitano del Napoli era con tutta la squadra all’HBToo, un locale di Coroglio (la zona tra Posillipo e Bagnoli) per ringraziare i compagni di squadra per i 12 anni meravigliosi vissuti a Napoli, ma ad applaudirlo non c’era il suo allenatore, l’ultimo che ha avuto a Napoli. Record di gol e presenze, superati Maradona e Bruscolotti, ma nel calcio della globalizzazione anche Hamsik ha preferito i milioni cinesi. Ancelotti era stato invitato, ha lasciato lo spazio alla squadra e non è entrato in quella che è diventata una festa – a tratti triste – dello spogliatoio, soprattutto quando a mezzanotte ci sono stati i fuochi d’artificio sul mare, in una giornata particolare iniziata alla scuola dei figli di Marek dove c’è stato il saluto dei bambini che hanno cantato “un giorno all’improvviso”.

Però c’è tutto il rammarico dell’allenatore in quello che è avvenuto, comprese le tempistiche. Hamsik è rimasto al Napoli nella speranza di diventare un mediano puro, un giocatore capace di giocare davanti alla difesa. Ha limitato le sue folate palla al piede (irresistibili, in realtà, solo nei primi anni con Reja), ha cercato maggiori geometrie che non sono nelle sue corde e alla fine anche Ancelotti ha dovuto arrendersi all’evidenza, riportando in mezzo al campo, con qualche settimana d’anticipo, Fabian Ruiz, potenziale campione di un Napoli che con l’addio di Hamsik ha ufficialmente dato il via a un nuovo ciclo.  

LUIGI CAPASSO

 

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