‘Na tazzulella ‘e cafè, Scalfari e le 95 candeline oggi

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Na tazzulella e cafe c a sigaretta acoppa fa cumpare cca stanne chino e sbaglie fanno sulo o mbruoglio s allisciano se vattono se pigliano o cafe
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Oggi è un giorno speciale per il giornalismo italiano. Eugenio Scalfari compie 95 anni, insomma il Montanelli della sinistra, diversissimo in tutto dall’originale, è alle prese con un compleanno portentoso. In politica, diciamolo pure, non c’ha preso una mazza. Fascista per forza da giovane, poi azionista, quindi radicale, successivamente socialista. Ma la vera politica l’ha fatta da fondatore del giornale che ha cambiato l’Italia del quotidiano sul declinare degli anni settanta – ovviamente  Repubblica che nacque nel 1976 – dopo aver fatto giornalismo di qualità col settimanale Espresso. Ha reso il gruppo editoriale, grazie a Caracciolo e De Benedetti, un riferimento culturale, politico ed economico per intellettuali e borghesi di un certo livello, quelli che dovevano cambiare l’Italia e che invece non l’hanno cambiata. Fautore del compromesso storico e del no alla trattativa per Moro, ammiratore di Berlinguer, anti-craxiano e anti-berlusconiano, poi prodiano, veltroniano e infine renziano. Ora si batte per un ampio fronte anti-sovranista, lo fa con l’editoriale da fondatore ogni domenica. Di tanto in tanto parla coi papi, col chiaro intento di suggerire la linea vaticana, anzi di farsi intervistare da loro. Su di lui si può dire tutto e il contrario di tutto. Un peso per i successori alla direzione di Repubblica cioè Mauro, Calabresi e ora Verdelli ma anche uno stimolo per i lettori, spaziando dalla filosofia all’economia passando per religione e politica. Buon compleanno, anche da qui.

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