Morte in ospedale: l’ira dei parenti

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Muore in ospedale e i parenti mandano in frantumi i vetri del reparto di Rianimazione. Brutta giornata ieri nel presidio dell’Azienda ospedaliera universitaria “Gaetano Fucito” di Mercato San Severino dove non ce l’ha fatta una donna di origini partenopee il cui stato di salute pare fosse già provato da altri interventi eseguiti nella primavera scorsa a Napoli. I familiari hanno dato sfogo alla rabbia con imprecazioni, offese, insulti fino a mandare in frantumi i vetri del reparto di Rianimazione. Hanno sporto denuncia e il direttore sanitario, Angela Annecchiarico di fresca nomina presso l’ospedale di Marcato San Severino, ha subito avviato un’indagine interna per assumere tutte le informazioni del caso. La salma è stata posta sotto sequestro. La signora era già stata operata di bendaggio gastrico ma i familiari erano al corrente che si trattava di un intervento ad alto rischio. Così dalla sala operatoria è finita direttamente in Rianimazione. Dunque ha avviato un’indagine amministrativa che rappresenta una garanzia non solo per i familiari ma anche per l’équipe che l’ha presa in carico al fine di appurare cosa è successo e fornire le spiegazioni del caso. Secondo indiscrezioni la paziente era stata trasportata lì perché versava in gravi condizioni dopo essersi sottoposta a un intervento chirurgico. I tentativi di rianimarla sono stati purtroppo vani ed è sopraggiunto il decesso. La donna si era sottoposta ad alcuni precedenti interventi nella provincia di Napoli tra marzo, aprile e maggio scorsi. Poi è arrivata al “Fucito” probabilmente con un quadro clinico affatto facile o comunque particolarmente delicato, dove possono anche presentarsi complicazioni, incluso eventuali rischi d’intervento, soprattutto per i pazienti che sono stati costretti a sottoporsi a più interventi chirurgici. Secondo indiscrezioni la paziente presentava un’occlusione che richiedeva necessariamente una rimozione e dunque è stato deciso che si doveva procedere necessariamente con un altro intervento. Nonostante lo sgomento e il dolore provato dai familiari, la reazione dei parenti è stata eccessiva e fuori luogo, spaventando non poco il personale che era al lavoro e che ha tentato in tutti i modi di salvare la vita alla paziente. (Fonte La Città)

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