L’INTERVISTA | Luigi Leonardi… testimone di giustizia

Per lui, vittima del racket, non c'è sostegno o fondo di solidarietà disposto dallo Stato. Dalla sua richiesta di aiuto sono trascorsi anni, ma tutto è rimasto ancorato nelle maglie della burocrazia

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“Uno Stato che non tutela la dignità di un uomo… che Stato è?”.  Luigi Leonardi, è un imprenditore napoletano, vittima della camorra prima e dello Stato dopo.

Si è ribellato al racket, dopo essere stato “costretto” per cinque anni a versare nelle casse della camorra migliaia di euro.

La sua denuncia scuote le “famiglie” di Nola, Secondigliano, Scampia, Melito… Viene ferito quasi a morte, sequestrato, minacciato, abbandonato dalla famiglia. Deve cercar continuamente casa, ma per lo Stato tutto questo non basta in un primo momento neanche ad  assegnare una scorta di “livello” adeguata alla sua situazione.

Ha inoltrato richiesta di aiuto allo Stato, ma i sacrifici di una vita, andati in fumo, letteralmente, per mano della camorra non valgono neanche l’accesso al Fondo di solidarietà per le vittime del racket e dell’usura.

Sono trascorsi 12 anni, ma Luigi continua “a pagare il prezzo” della sua scelta.

“Sto pagando dei prezzi come imprenditore, come uomo, che non avrei mai immaginato di dover pagare. Non so cosa resterà della mia vita, ma tutto questo è diventato umanamente insopportabile. Sono passati anni, centinaia di giorni, e tutto continua ad essere terribilmente ingiusto. Io non ho paura, ho deciso tutto ciò che ho fatto, rifarei tutto allo stesso modo. Perché tutto quello che ho fatto mi ha portato ad essere quello che io sono in questo momento”

 

Lui, testimone di giustizia, ha presentato più di 8 denunce nell’arco di 12 anni, con processi ancora in corso e con i suoi aguzzini a piede libero.

 
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