Libri / Esce “Napoli ad occhi aperti”, edizione Francesco D’Amato

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Esce in libreria a cura di Gaetano Fimiani “Napoli ad occhi aperti” opera pubblicata da Francesco D’Amato Editore.
Uno spaccato del percorso che la letteratura e il dibattito politico italiano di fine Ottocento hanno dato relativamente alla definizione dell’identità geografica e culturale di Napoli e del Mezzogiorno come territorio di frontiera e realtà problematica, su cui si sperimentavano i limiti di un intervento ancora tutto da sviluppare da parte del nuovo Stato Unitario.

L’origine del dibattito si fa risalire alle “Lettere meridionali” di Pasquale Villari, pubblicate nel 1875. Il meridionalismo di Villari, indubbiamente nutrito di una forte dimensione analitica, di una volontà di disamina dei problemi di un mondo arcaico in termini sociali ancor prima che economici, fece scaturire l’idea di una nuova testualizzazione della città che condusse, per sollecitazione e sostegno dello stesso studioso, alla pubblicazione della “Miseria di Napoli” di Jessie White Mario, singolarissima e spesso misconosciuta documentarista inglese, nel 1877, e, l’anno successivo, di “Napoli a occhio nudo”, opera ben più nota del verista toscano Renato Fucini.

Si tratta di due opere che testimoniano che il campo della letteratura ha rivestito una funzione tutt’altro che marginale, nella rappresentazione di quel grande caleidoscopio del Sud che è la città di Napoli, e nello stesso tempo dimostrano che parte essenziale di quella stagione sia stata l’insieme di punti di vista interazioni, incontri, viaggi, migrazioni, trasferimenti, differenze, scambi, movimenti di persone e d’idee che dal dibattito originava. Proprio la letteratura, con la sua ermeneutica volta allo scandaglio, avrebbe posto in rilievo non solo la miseria in cui versavano collettività troppo spesso dimenticate dal potere centrale, ma anche le specifiche caratteristiche della vita civile e politica meridionale.

 

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