M’han detto. Che questa mia generazione ormai non crede. In ciò che spesso han con la fede. Nei miti eterni della patria e dell’eroe. Perché è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità. Le fedi fatti di abitudini e paura.
Canzone-poesia di Francesco Guccini, censurata all’epoca della Rai ma trasmessa senza problemi da Radio Vaticana per il profondo messaggio che conteneva al di là del titolo Dio è morto.
È un Dio che è morto- Nei campi di sterminio, Dio è morto. Coi miti della razza, Dio è morto
Con gli odi di partito, Dio è morto.
Con gli odi di partito, Dio è morto.
Ma in realtà lo stesso Guccini termina con un messaggio diverso.
Che questa mia generazione è preparata. A un mondo nuovo e a una speranza appena nata. Ad un futuro che ha già in mano. A una rivolta senza armi. Perché noi tutti ormai sappiamo. Che se Dio muore è per tre giorni. E poi risorge. In ciò che noi crediamo Dio è risorto. Nel mondo che faremo Dio è risorto.
Oggi Dio muore attraverso suo Figlio all’ora terza del pomeriggio ma risorgerà ancora, di nuovo, con le stesse speranze, che sono le nostre, specialmente ora che viviamo giorni, settimane e mesi all’insegna della difficoltà e portiamo una specie di croce.