Lavoro nero: controlli serrati nel Vesuviano, raffica di sanzioni

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Controlli capillari nella zona vesuviana – da parte dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro di Napoli, coadiuvati dai militari delle singole Stazioni – nell’ambito di un servizio finalizzato al contrasto del fenomeno della tratta degli esseri umani per favorire lo sfruttamento lavorativo.
Le ispezioni hanno riguardato, in particolare, laboratori tessili ed esercizi commerciali gestiti da imprenditori di etnia cinese e bengalese, allo scopo di contrastare lo sfruttamento dei lavoratori in “nero” e salvaguardare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
In particolare, fra Terzigno, Poggiomarino, San Giuseppe Vesuviano, Volla e Pompei, i militari dell’Arma hanno ispezionato 3 laboratori di confezionamento di capi d’abbigliamento gestiti da altrettanti cittadini cinesi, riscontrando numerose violazioni penali ed amministrative e procedendo al sequestro dei 3 opifici e dei relativi macchinari a seguito delle gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate.
Nell’occasione, sono stati deferiti in stato di libertà 2 imprenditori cinesi ritenuti responsabili di aver occupato alle proprie dipendenze cittadini stranieri sprovvisti del permesso di soggiorno e della violazione delle norme sulla sicurezza e sull’igiene nei luoghi di lavoro.
I militari del Reparto Speciale dell’Arma hanno controllato 11 laboratori tessili e pubblici esercizi gestiti da extracomunitari, 8 dei quali risultati irregolari per violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e per aver impiegato manodopera sprovvista di un regolare contratto di lavoro; sequestrato 3 laboratori tessili per gravi carenze igienico sanitarie; contestato sanzioni amministrative per un importo complessivo di 80 mila euro circa; elevato ammende per violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro per un totale di 270 mila euro circa; adottato 7 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per aver impiegato manodopera in “nero” in percentuale superiore al 20% di quella controllata; denunciato per violazione delle nome sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e per aver impiegato manodopera clandestina priva del permesso di soggiorno 5 imprenditori, 4 dei quali di nazionalità cinese ed uno bengalese; controllato 53 lavoratori di cui 18 in “nero” e 3 clandestini.

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