La Terra, in generale e la nostra in particolare, va protetta sempre e comunque

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Occorrerebbe una dotta lezione di Zagrebelsky per cominciare a spiegare le teorie della differenza tra diritti e doveri, quest’ultimi verso la società attuale ma soprattutto verso il futuro. Perchè il futuro non ha armi legislative per difendersi, si dovrà accontentare di quel che gli lasciamo. Il clima, la terra e l’inquinamento sono argomenti tornati prepotentemente in primo piano e in prima pagina, con la speranza che non si tratti solo di un mero strumento di opposizione italiana sta succedendo anche da noi. Ed è giustissimo che sia così. Prendiamo le nostre zone, l’Agro, il fiume Sarno mostrato anche ieri sera da Tozzi in Rai come fonte di veleni, le polveri sottili che incidono nelle nostre giornate. Dalla protesta alla proposta, diceva un vecchio slogan della Prima Repubblica. Ringraziamo la ragazzina svedese per averci svegliato – onestamente resta più simpatica e rivoluzionaria Pippi Calzelunghe ma questo è un altro discorso – ma ora cerchiamo di non perderci, a tutti livelli, in chiacchiere e distintivi. Soluzioni, anche dolorose per qualche categoria, è tempo di soluzioni per cominciare ad assolvere al dovere di lasciare al futuro almeno la possibilità di respirare, che non è poco.

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