La Stanza e la Piazza dell’Arcivescovo, è il gran giorno

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L’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno comprende comuni appartenenti a due province della Campania. In provincia di Salerno i comuni di Acerno, Auletta, Baronissi, Battipaglia, Bellizzi, Bracigliano, Buccino, Caggiano, Calvanico, Campagna, Castel San Giorgio, Castelnuovo di Conza, Castiglione del Genovesi, Colliano, Contursi Terme, Eboli, Fisciano, Giffoni Sei Casali, Giffoni Valle Piana, Laviano, Mercato San Severino, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Olevano sul Tusciano, Oliveto Citra, Palomonte, Pellezzano, Pontecagnano Faiano, Ricigliano, Romagnano al Monte, Salerno, Salvitelle, San Cipriano Picentino, San Gregorio Magno, San Mango Piemonte, Santomenna, Siano e Valva. In provincia di Avellino i comuni di Montoro e Solofra.

E’ la più grande della provincia di Salerno, contiene il comune capoluogo e quindi è di particolare importanza il passaggio di consegne che oggi avverrà tra il reatino Moretti, auto-pensionatosi per motivi di salute ma con gran gesto d’affetto disposto a rimanere in città, e il fiorentino Bellandi, che ha già fatto conoscenza con una nuova realtà. Bellandi sotto le Stelle prende il posto del morettiano La Messa è finita. Ma questo è semplice umorismo intellettuale. Facciamo un pò di storia. Da quando la Diocesi è diventata una e trina, Bellandi è il quarto arcivescovo, il secondo straniero dopo Moretti. Prima c’erano stati gli indigeni Guerino Grimaldi e Gerardo Pierro.

Il motto scelto da Bellandi è Et vidit Dominus ipsum Zacchaeum. Visus est, et vidit”…Zaccheo vide Gesù, fu guardato da Gesù. Alcuni credono che la fede e la salvezza vengano col nostro sforzo di guardare, di cercare il Signore. Invece è il contrario: tu sei salvo quando il Signore ti cerca, quando Lui ti guarda e tu ti lasci guardare e cercare. Il Signore ti cerca per primo. E quando tu Lo trovi, capisci che Lui stava là guardandoti, ti aspettava Lui, per primo. Ecco la salvezza: Lui ti ama prima. E tu ti lasci amare. La salvezza è proprio questo incontro dove Lui opera per primo. Se non si dà questo incontro, non siamo salvi. Possiamo fare discorsi sulla salvezza. Inventare sistemi teologici rassicuranti, che trasformano Dio in un notaio e il suo amore gratuito in un atto dovuto a cui Lui sarebbe costretto dalla sua natura. Ma non entriamo mai nel popolo di Dio. Invece, quando guardi il Signore e ti accorgi con gratitudine che Lo guardi perché Lui ti sta guardando, vanno via tutti i pregiudizi intellettuali, quell’elitismo dello spirito che è proprio di intellettuali senza talento ed eticismo senza bontà. E’ questa la spiegazione del motto. Bellandi lo traduca al popolo giorno dopo giorno, col piglio del toscano calato nella nuova realtà.

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