LA RIFLESSIONE – Una motivazione alla mercificazione dei sentimenti

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Viviamo in una società in cui non facciamo che esaltare le emozioni; continuiamo a ripeterci e a ripetere ai ragazzi che la cosa che può farci e farli sentire bene si leghi quasi esclusivamente a quello che proviamo, a quello che percepiamo, che sentiamo.

È davvero così? O spesso ci ritroviamo svuotati da un entusiasmo iniziale che dall’alba al tramonto perde consistenza e svanisce senza lasciarci nulla?

Nel quotidiano le relazioni sembrano soggette agli umori e alle necessità che mutevoli interrompono rapporti che sembravano solidi; le novità sono continuamente ricercate e considerate elementi fondamentali per la soddisfazione di un Io sempre più rappresentativo dei tempi moderni.

La definizione di Società liquida di cui Bauman è l’autore, è il riferimento teorico più calzante in grado di descrivere il mondo nel quale viviamo: spasmodica ricerca di emozioni, paura dei legami, sentimenti, considerati merci, cui è impedito di nascere sulla scia di emozioni che durano un attimo.

Il messaggio dominante trasmesso dalla società consumista, secondo il sociologo, insegna che la soddisfazione è indipendente dal lavoro; il guadagno dal sacrificio; il risultato dallo sforzo; la conoscenza dall’apprendimento.

L’atteggiamento che ne consegue, influenza inevitabilmente le relazioni.

Il tempo da dedicare alle relazioni che richiedono cura, attenzione e la capacità di porsi in una condizione subalterna rispetto all’altro, che affermiamo di amare, è sempre più ridotta, se non inesistente; barattiamo la coscienza che non sempre riusciamo a tacitare, comprando regali per bilanciare l’assenza di compassione, di amicizia, di attenzione.

Bauman ci ricorda che l’amore non si può comprare e l’educazione all’amore è fondamentale perché è sinonimo di umanità, oltre che di maturazione come esseri umani.

L’educazione riguarda anche le emozioni per imparare a riconoscerle e gestirle; le emozioni sono stati mentali e fisiologici determinate da stimoli interni o esterni, istintivi o appresi, mentre i sentimenti si ricollegano ad una condizione cognitivo-affettiva.

La gestione delle emozioni è stabilita dal comportamento delle persone che ci hanno accudito nel periodo dell’infanzia, l’instabilità delle reazioni a quelle emozioni incoerenti con gli stati d’animo espressi, indurrà gli individui, ormai adulti, a ricercare legami liquidi.

La mercificazione dei sentimenti è una delle barbarie più crudeli di questi tempi e trova espressione negli scandali di cui la cronaca degli ultimi tempi si è occupata.

L’incapacità di amare, di entrare in empatia, di mostrare partecipazione nelle relazioni, sembra essere sempre più compromessa, e il caso di Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, rientra sicuramente in una realtà fredda, cinica in cui i sentimenti sono scomparsi.

Altrimenti come potrebbe giustificarsi l’azione dei diversi operatori sociali coinvolti nel caso, che avevano il compito di vigilare sui minori ritenuti in situazioni a rischio e che, invece, pare abbiano agito favorendo famiglie affidatarie e adottive ricevendo denaro in cambio?

La magistratura indaga e si è in attesa di chiarimenti che avallino o annullino le accuse.

Che tipo di relazioni intendiamo costruire e che tipo di educazione stiamo dando ai giovani?

È tempo di assumersi le responsabilità del congelamento in atto nelle relazioni tra le persone.

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