La Riflessione – Capaci: 27 anni dopo, ancora alla ricerca della verità

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“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”
Queste sono parole di Giovanni Falcone e girarono su volantini dopo la sua morte. Il 23 maggio 1992 è ricordato come la Strage di Capaci, la strage dove appunto perse la vita Giovanni Falcone.
Non si sbagliava Falcone:”gli uomini passano, ma le idee restano”. Lui in quegli anni ce l’ ha messa tutta. A Palermo sono gli anni della “mattanza” mafiosa, cadono poliziotti, magistrati, giornalisti, sacerdoti, tutti in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Per la prima volta un magistrato parla espressamente di “mafia”, di unicità della condotta mafiosa, finisce nuovi sistemi di indagine, allestisce il primo maxi processo nel 1988, ottiene le condanne di boss del calibro di Totò Riina. Vola in Germania, Svizzera e negli Stati Uniti dove si avvalgono della sua collaborazione e sono interessati alle nuove tecniche di indagine da lui sperimentate con successo. Ma in Italia rimane solo, persino alcuni colleghi non lo sostengono nel suo difficile impegno. È consapevole dei rischi che corre ma non si fa condizionare dalla paura, continua a compiere sino in fondo il suo dovere a “dare il massimo” così come gli è stato insegnato dalla famiglia, continua a non cedere alle intimidazioni; fino al 23 maggio del 1992 giorno in cui una carica di tritolo fa saltare il tratto dell’autostrada di Capaci senza dare alcuna via di scampo al giudice, alla moglie e ai giovanissimi poliziotti della scorta.
Le indagini in questi 27 anni hanno fatto emergere alla base della volontà di uccidere il magistrato, una trattativa Stato-Mafia. Ancora si indaga su ambienti esterni a Cosa Nostra che come si legge nelle sentenze: “si possano essere trovati, in un determinato periodo storico, in una situazione di convergenza di interessi con l’organizzazione mafiosa, condividendone i progetti ed incoraggiandone le azioni”.
Dal 23 maggio per 57 giorni, ossia fino al 19 luglio, giornata della Strage in via D’Amelio, ricordata, invece, per l’assassinio di Paolo Borsellino, amico e collega di Falcone, si susseguiranno manifestazioni per la Legalità. Da Civitavecchia è partita la nave della Legalità, con 1500 studenti a bordo, che farà la traversata ed arriverà a Palermo. Salutata anche dal presidente Mattarella, ad accoglierla ci saranno altri 10mila studenti.
Una bellissima iniziativa che coinvolge proprio e soprattutto i giovani, invitandoli al rispetto della legalità e al rifiuto di qualsiasi richiamo mafioso. Perché è proprio con i loro no e portando avanti le idee di uomini come Falcone e Borsellino, che la mafia potrà definitivamente soccombere. “Siate le gambe su cui cammineranno le idee di uomini giusti come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

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