La Pace ha un costo

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Nel mondo si parla di pace come del bene supremo, eppure i dati dell’Istituto Internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma evidenziano un incremento per la spesa militare tra i più imponenti degli ultimi dieci anni.

Al valore di una condizione sociale auspicabile si contrappone l’asprezza dei numeri, risultato della politica dei Paesi.

Nell’ultimo anno, l’aumento della spesa militare mondiale è stata pari al 3,6% rappresentando il 2,2% del prodotto interno lordo globale.

Un calo si è registrato solo nel periodo tra il 2011 e il 2014 in concomitanza della crisi economica.

Dalla Guerra Fredda ad oggi, la spesa militare ha sforato qualsiasi cifra precedentemente impegnata.

Sono gli Stati Uniti a detenere il primato con un aumento del 5,3% nel 2019, corrispondente al 38% della spesa mondiale; segue la Cina con il 5,1% in più un anno; la Russia è la quinta nella cinquina globale.

Nella classifica, tra i primi 15 paesi, 5 appartengono alla Nato (Usa , Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Canada) con una spesa totale del 929 miliardi di dollari, che in euro corrispondono a 858 miliardi di euro, pari al 48% della spesa militare nel mondo.

Altro dato su cui riflettere è quello che vede l’Italia al nono posto tra i Paesi esportatori di armi, corrispondente al 2,3% dell’export globale.

 

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