L’Editoriale-“La mafia è un fenomeno di classi dirigenti” – Pio La Torre morto ammazzato 38 anni fa

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Il 30 aprile del 1982 moriva ucciso Pio La Torre, figlio di contadini, sindacalista, deputato del Partito Comunista Italiano. In un prmio momento, l’omicidio fu rivendicato dai Gruppi proletari organizzati ma, nel 1991, dopo 9 anni di indagini, i giudici del tribunale di Palermo hanno chiuso l’istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi aderenti alla Cupola di Cosa Nostra. L’anno seguente il mafioso collaboratore di giustizia, Leonardo Messina, fece il nome del capo dei corleonesi come mandante dell’omicidio La Torre, per via di una proposta di legge che riguardava i patrimoni dei mafiosi: Pio La Torre fu assassinato dalla mafia, per ordine di alcuni boss tra cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.

Era nato a Palermo nel dicembre del 1927, nel 1960 era nel Comitato centrale del PCI e due anni dopo segretario regionale in Sicilia. Nel ’72, eletto deputato, insieme al giudice Terranova, redige e sottoscrive come primo firmatario, una relazione di minoranza che metteva in luce i rapporti tra la mafia e importanti uomini politici, in particolare della DC. Alla relazione aggiunge la proposta di legge “Disposizioni contro la mafia” e introduce un nuovo articolo del codice penale, il 416 bis: una svolta radicale nella lotta contro la criminalità mafiosa. Infatti, prima di allora, il fenomeno mafioso non era riconosciuto come passibile di condanna penale.

Pio La Torre aveva una grande conoscenza del fenomeno mafioso e del suo sistema di potere. Era ben istruito sulle sue trasformazioni, dalla mafia agricola e del latifondo – combattuta durante l’adolescenza – alla mafia urbana e dell’edilizia che, grazie ad appalti truccati e ad alcune connivenze con le dirigenze politiche locali, portò al cosiddetto “Sacco di Palermo”, fino alla mafia imprenditrice dedita al traffico internazionale di droga con agganci nell’alta finanza. Non ha mai avuto paura di fare nomi e cognomi di “complici” politici; famosi i suoi giudizi su Vito Ciancimino, all’epoca assessore ai lavori pubblici del comune di Palermo  e poi sindaco dello stesso comune fino al 1975.

Nel 1981 torna in Sicilia, in un momento storico apicale per la strategia mafiosa di intimidazione nei confronti di quati contrassero, da parte dello Stato, la mafia. Negli anni precedenti erano stati uccisi il giudice Cesare Terranova (1979), il procuratore della repubblica Gaetano Costa (1980) e il presidente della regione Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (1980).

Tornato nella sua terra d’origine, si impegna in quella che sarà la sua ultima battaglia, quella contro l’istallazione dei missili nato nella base militare di Comiso che, secondo La Torre, rappresentava una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia.
La sua battaglia vide la partecipazione di esponenti di ogni orientamento politico, culturale e religioso. Lanciò una petizione che ebbe enorome successo, la raccolta di firme fu straordinaria. Lo stesso La Torre spiegò in un articolo postumo pubblicato su “Rinascita” del 14 maggio 1982 che le ragioni della contrarietà ai missili era basata sulla assoluta contrarietà alla “trasformazione della Sicilia in un avamposto di guerra in un mare Mediterraneo già profondamente segnato da pericolose tensioni e conflitti. Noi dobbiamo rifiutare questo destino e contrapporvi l’obiettivo di fare del Mediterraneo un mare di pace”.

Tuttavia, i suoi propositi furono crudelmente interrotti in una mattina di aprile quando due moto affiancano l’auto con cui La Torre, insieme a Rosario Di Salvo, stava andando alla sede del partito. Alcuni uomini mascherati con il casco e armati di pistole e mitragliette sparano decine di colpi contro i due. Pio La Torre muore all’istante mentre Rosario Di Salvo ha il tempo per estrarre la pistola e sparare alcuni colpi, prima di morire. Erano le 9 del mattino del 30 aprile 1982.

Il 12 gennaio 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha emesso l’ultima di una serie di sentenze individuando in Giuseppe Lucchese, Nino Madonna, Salvatore Cucuzza, e Pino Greco, gli autori materiali dell’omicidio.

A Pio La Torre è stato intitolato il nuovo aeroporto di Comiso.

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