INVITO ALLA LETTURA -Tutti i colori della vita –

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Capita di imbattersi in una storia dal titolo lieve “Tutti i colori della vita”, appunto, e di ritrovare nelle parole e nei comportamenti di personaggi un po’ strani, perché fuori dal comune, tratti che ci appartengono. Itinerari spettrali, le nostre esistenze; noi, chiusi nei corridoi di abitazioni sempre più organizzate secondo lo stile moderno: luoghi dove ogni comodità mira a soddisfare ogni capriccio, ispirato dall’esigenza di ricercare soluzioni che rendano la nostra vita sempre più facile. Eppure qualcosa manca, ma quando ci accorgiamo dell’assenza di questo impalpabile vuoto?

La stanchezza, il fallimento, la solitudine, la paura, il lutto, l’assenza dell’amore, riattivano i recettori che la quotidiana frenesia coprono. Avete mai notato che la prima cosa che si dice quando si incontra qualcuno ha a che fare con il tempo: “scusa, ma vado di fretta”. Ma dove dobbiamo andare sempre di corsa? È davvero così? O siamo talmente abituati a correre verso mete di cui neanche noi conosciamo molto, semplicemente per abitudine.

La divisione della giornata in 24 ore è riconducibile agli egizi, i greci e i romani dividevano in quattro parti sia il giorno che la notte, noi dilatiamo e restringiamo a nostro piacimento il tempo e, spesso, personalizziamo le azioni da svolgere in una specifica porzione di tempo. Capita di dedicare “del tempo” a divagare su qualsiasi video alla ricerca di chissà cosa, ma il tempo per oziare con qualcuno sembra escluso perché considerato una “perdita di tempo”. Che strani che siamo!

Eppure siamo umani e dovremmo rivendicare la particolarità della nostra natura che ci indirizza ad essere unici insieme ad altri.

Quando ci rendiamo conto di essere isolati? Ma ne siamo consapevoli? Viviamo in un perenne stato di insoddisfazione, ma non sappiamo dargli voce perché non siamo più abituati a parlare con il cuore, parola in disuso perché considerata sinonimo di atteggiamenti sdolcinati e leziosi non considerati più in voga.

Solo un sisma può spingerci ad un uscire dal mondo perfetto che abbiamo eretto a difendere i confini delle nostre vite, oramai separate da quelle degli altri per cause che paiono insormontabili: ripicche, pretese, delusioni, banali circostanze che gelano i rapporti.

E così la fiaba di Chiara Gamberale, nota scrittrice di romanzi, diventa la lente attraverso la quale ingrandire la vita che abbiamo costruito su misura per noi, fatta di luci che brillano ma non riscaldano.

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