Invito alla lettura: “La notte non esiste” di Angelo Petrella

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Il nero dei racconti di Angelo Petrella sembra infittirsi per far addentrare il lettore nei meandri ancora più bui della mente dei protagonisti.

Denis Carbone, ispettore relegato al commissariato di Posillipo, continuamente catapultato in realtà violente che chiedono risoluzioni tempestive, è il protagonista della saga ideata da Petrella e acquistata per una riduzione televisiva di prossima uscita in Francia.

In “La notte non esiste”, Marsilio Editore, Denis Carbone è impegnato a stanare l’assassino di una bambina nigeriana, vittima sacrificale di riti incomprensibili, ma fortemente radicati in ambienti dove l’inaccettabile prevaricazione diventa parte di una continuità seriale che trova giustificazione nell’ideale che riconosce alla violenza una motivazione.

I personaggi coinvolti sono figure insospettabili che ricoprono cariche importanti, e per questo ancora più pericolose, che divengono il varco che segna l’accesso a luoghi sinistri in cui la perversione ispira, in nome di credenze inaccettabili, l’impossibile.

Nell’inferno di questi traffici oscuri, compare a sorpresa il legame con la scomparsa misteriosa della sorella di Carbone, avvenuta venticinque anni prima, costringendolo a confrontarsi con un passato dolorosamente aperto e ancora irrisolto.

Nell’alternarsi delle situazioni, il bene e il male che vive nei personaggi, si fronteggiano senza mai favorire una visione manichea che definisca nettamente ciò che è buono da ciò che è cattivo negli individui.

Lo schieramento dei perdenti sfida i vincenti nel tentativo di ribaltare la predominanza tossica di questi ultimi, e vede tutti affascinati dall’eterno conflitto tra perdenti e vincenti che parte da Dante con la Divina Commedia, prosegue con Boccaccio che ha una visione distante riguardo il rapporto con la Chiesa Cattolica;  e ancora con Machiavelli nel Principe; e poi Svevo, in cui il confronto diventa quello tra insuccesso e successo; fino a Levi che conduce ad una visione del mondo, frutto dell’esperienza atroce vissuta ad Auschwitz, in cui risulta difficile distinguere i vincenti dai perdenti.

 

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