Il Vangelo di oggi

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 4,38-44. 
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all’istante, la donna cominciò a servirli.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

La meditazione  (S. Eustachio, vescovo di Lione)

Non potremmo affermare che il deserto è il tempio non limitato da mura del nostro Dio? Infatti, Colui che abita nel silenzio sicuramente ama i luoghi ritirati. In quei luoghi egli si è spesso mostrato ai suoi santi ed è soprattutto nella solitudine che ha degnato incontrare gli uomini.

E’ nel deserto che Mosè, con il volto inondato di luce, vede il Signore… Qui egli è ammesso a conversare familiarmente con Dio: dialoga con Lui, si intrattiene con il Signore del cielo come un uomo è solito intrattenersi con i propri simili. Qui egli riceve il bastone prodigioso; e dopo essere arrivato al deserto come pastore di pecore, lascia il deserto in qualità di pastore di popoli (Es 3; 33,11; 34).

Allo stesso modo, il popolo di Dio, quando deve essere liberato dall’Egitto e dalle opere terrene, non si reca forse in luoghi ritirati, non si rifugia forse nella solitudine? Sì, è proprio nel deserto che egli si avvicina a quel Dio che l’ha strappato dalla schiavitù… E il Signore si metteva a capo del suo popolo, guidandone i passi attraverso il deserto. Sul cammino, di giorno e di notte, dispiegava una colonna di fuoco ardente o una nube luminosa, come segno venuto dal cielo… I figli d’Israele ottennero dunque di vedere il trono di Dio e di ascoltare la sua voce proprio mentre vivevano nella solitudine del deserto…

Dobbiamo forse aggiungere che essi non arrivano alla terra a cui aspiravano se non dopo aver soggiornato nel deserto? Perché il popolo potesse un giorno entrare in possesso di un paese dove stillavano latte e miele, è stato prima necessario passare attraverso luoghi aridi e incolti. È sempre passando da accampamenti nel deserto che si giunge alla vera patria. Abiti dunque in una terra inabitabile, colui che vuole «contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi» (Sal 27,13). Sia l’ospite del deserto, colui che vuole diventare cittadino dei cieli.

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