Il Punto di Franco Pelella. “Il PD ha perso la faccia, consente a De Luca di fare tutto ciò che vuole”

Questo contenuto è stato pubblicato integralmente come contributo esterno è non articolo prodotto dalla redazione di MN24

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Caro direttore, Michele Serra ha fatto benissimo a scrivere, su La Repubblica di ieri, che se il Partito democratico non butta fuori Vincenzo De Luca dopo che egli ha sbeffeggiato Giuseppe Conte perde la faccia.

Il problema è che il Partito democratico la faccia l’ha persa da parecchio tempo perché sono molti anni che consente a De Luca di fare tutto ciò che vuole senza minimamente interferire e anzi dandogli sempre più spazio e potere.

Rimanendo agli ultimi mesi il Pd gli ha consentito di:

  • 1) sabotare l’alleanza con i Cinque Stelle per le elezioni regionali campane;
  • 2) candidarsi alla presidenza della Campania alleandosi con De Mita, Mastella, Cirino Pomicino e con vari personaggi provenienti dalla destra;
  • 3) rinominare capo della sua segreteria Nello Mastursi, già condannato ad un anno e sei mesi di reclusione per il reato di induzione indebita;
  • 4) attaccare a più riprese con veemenza il governo, in particolare la ministra Lucia Azzolina;
  • 5) farsi vaccinare prima del personale sanitario e degli anziani campani. Nel frattempo vari uomini di De Luca nei mesi scorsi hanno avuto vari importanti incarichi politici e governativi:
  • 1) Nicola Oddati è diventato coordinatore della segreteria nazionale del Pd (essendo pagato da De Luca in qualità di rappresentante a Roma della Regione Campania);
  • 2)  Andrea Annunziata è stato nominato presidente dell’autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale;
  • 3) Enrico Coscioni è stato designato dalla Conferenza delle Regioni alla presidenza dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Ma perché il Partito democratico dà da molti anni tanto spazio a De Luca.

La risposta è abbastanza semplice: egli gestisce un grosso potere che gli deriva dal consenso ottenuto mescolando efficientismo, autoritarismo e sfruttamento delle paure della gente (come si vede con la gestione della pandemia).

Può, però, un partito che rappresenta maggioritariamente la sinistra nel nostro Paese accettare nelle proprie fila una persona che fonda il suo consenso su istanze che sono tipiche della destra e che è refrattario ad ogni disciplina di partito?

Cordiali saluti Franco Pelella – Pagani (SA)

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