Gli auguri non sono la pace: la pace siamo noi…

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La pace sia con noi…con voi: la Pace Siamo noi. Domenica delle Palme, la domenica dell’augurio di pace trasmesso attraverso il ramo d’ulivo. A prescindere dai simbolismi cristiani, non credo che si dia valore realmente a questo giorno e al suo significato. Viviamo in un mondo, anzi, trasferiamoci nel nostro piccolo cantuccio, in una Nazione dove l’ umanità si è persa, dove la storia, quella non solo subito dopo Cristo, ma ben più recente, resta qualcosa da sfogliare sui libri di storia. Come si può parlare di pace se un bambino di 3 anni ha dovuto assistere all’omicidio di suo nonno e alla gambizzazione di suo padre, mentre veniva accompagnato all’asilo? Come si può, se dei ragazzi poco più che adolescenti,  hanno fatto parlare di loro per una sassaiola contro dei bambini, la cui colpa era solo di essere di etnia Rom, terrorizzandoli e insultandoli violentemente? Come, se una bambina viene ritratta in una foto piangendo a dirotto, perché la madre dinanzi a lei, sta subendo una perquisizione da un agente, perché è una extracomunitaria che dovrà lasciare, con sua figlia ovviamente, il centro di accoglienza? E per non parlare del bullismo contro disabili, poveri indigenti barboni e via dicendo. Questo sarebbe ciò che oggi si festeggia: odio per il diverso, razzismo, rifiuto di dare aiuto. Siamo partiti, come ho sottolineato, dal piccolo, e si è dato spazio solo ad alcune storie. Ed è proprio da qui che si potrebbe iniziare, a dare, soprattutto ai bambini, alla generazione che ci sostituirà, gli esempi giusti.
Che ci facciamo gli auguri, oggi, a loro non spiegherà che la pace si dimostra: la  pace si fa.

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