Fuoricampo, a tu per tu con Guido Avino

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Per noi resterà sempre Guiduccio, anche se gli anni passano e i chilometri accumulati in mezzo al campo aumentano. Guiduccio che da tempo studia da direttore sportivo, che nello stesso tempo non si perde un torneo estivo, che ha vissuto le varie fasi spesso antitetiche della recente storia del calcio cittadino. Vai ancora, Guiduccio, capitano nostro.

Quanto è importante per te indossare nuovamente la fascia del capitano? Che soddisfazione si prova?

È sempre una forte emozione e da capitano spero che tutti noi riusciremo ad onorare questa maglia.

Le tue origini sono boschesi ma in giro di dice che tu ti senta scafatese al 100%. È vero?

Verissimo! Vivo tra Scafati e Boscoreale ma mi sento scafatese purosangue perché è la città in cui faccio calcio ed è la città in cui ho tanti rapporti umani.

Nella vita quotidiana di cosa ti occupi?  Chi è Guido fuori dal campo?

Gestisco un supermercato ed ho una scuola calcio. Faccio una vita abbastanza tranquilla tra lavoro, allenamenti e famiglia.

Sei nato il 14 febbraio,  hai trovato l’amore della tua vita?

Dopo 8 anni di fidanzamento, l’anno scorso ho sposato Gioconda e nella nostra famiglia é in arrivo un maschietto che nascerà. Più amore di così!

Quale è il calciatore di serie A al quale ti ispiri?

Daniele De Rossi, il migliore per me. Tifo Napoli, ma Daniele per me è il campione assoluto.

Dove ti immagini tra 10 anni?

Tra dieci anni vorrei essere il direttore della Scafatese ed occuparmi di calcio mercato. Come vedi, tra 10 resto qui. Nella mia città.

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