Frodi sui carburanti: un arresto nel Salernitano. Nel giro illecito, un deposito di Cava de’ Tirreni

119
Advertisement

La Guardia di Finanza di Ancona e Macerata ha portato a termine la complessa operazione “Drago nero”, volta al contrasto delle frodi nel settore del commercio di carburanti. Iscritte nel registro degli indagati ben 25 persone, tra le quali sono finite agli arresti domiciliari 6 persone, 2 residenti nelle Marche, 1 in Puglia, 1 in Campania e 2 a Roma.

Accertata una frode fiscale di circa 120 milioni di euro e disposto il sequestro di beni per quasi 22 milioni di euro. L’inchiesta, partita nell’estate del 2015, ha portato all’esecuzione di decine di perquisizioni e conseguenti sequestri documentali nelle sedi societarie e presso le abitazioni delle persone coinvolte, sparse tra Marche, Lazio, Abruzzo, Campania Puglia e Lombardia.

Lo schema della gigantesca frode fiscale, una delle più ampie e articolate mai scoperte negli ultimi anni nel settore dei prodotti petroliferi, prevedeva, infatti, che il carburante effettuasse due “viaggi” differenti:

  • un “viaggio fisico”, con cui il prodotto, partendo dall’estero a mezzo di autobotti, raggiungeva direttamente i depositi di stoccaggio ubicati a San Severino Marche (MC), Cava de’ Tirreni (SA), Capriva del Friuli (GO), Fiumicino (RM), Mirano (VE) e Monselice (PD), per poi essere velocemente inviata presso i distributori stradali
  • un “viaggio cartolare”, molto più tortuoso di quello fisico, ma indebitamente vantaggioso sul piano fiscale.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL VIDEO

https://www.facebook.com/medianews24.it/videos/1215033771961117/

Il carburante, infatti, veniva cartolarmente ceduto dapprima a 3 società “cartiere” – formalmente ubicate in Bulgaria e nella Repubblica Ceca, ma gestite dai membri dell’organizzazione criminale -, per poi essere fatturato a società “cartiere” italiane (complessivamente 7 società italiane, più una società svizzera avente domicilio fiscale in Italia), le quali non versavano l’imposta dovuta, pur incassandola dai clienti finali. Infine, il carburante veniva venduto a distributori stradali, alcuni dei quali collegati direttamente ai membri dell’organizzazione.

L’imponente frode fiscale ha interessato oltre 133 milioni di litri di carburante proveniente essenzialmente dalla Slovenia e una gigantesca evasione delle imposte dovute all’Erario. Guadagni illeciti che permettevano a diversi indagati di sostenere un tenore di vita ben più alto di quanto dichiarato, con vacanze pagate 80mila e 90mila e il possesso di auto di lusso, quali Mercedes AMG, Ferrari e Porsche.

Disposto dunque un sequestro preventivo fino alla somma di circa 22 milioni di euro:

  • 9 distributori stradali attualmente in attività gestiti da tre società nelle province di Ancona, Teramo e Pesaro-Urbino
  • 7 società utilizzate per la frode
  • quote di partecipazione al capitale sociale di 23 società e 3 ditte individuali
  • 21 immobili e 16 terreni ubicati in 5 province
  • 4 autoveicoli
Advertisement