Felice Gimondi non c’è più, fu la risposta umana al cannibale Merckx

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Felice Gimondi è morto oggi pomeriggio a Giardini Naxos. Stava facendo un bagno nelle acque di Recanati quando ha accusato all’improvviso un malore. I bagnini della spiaggia e poi i medici del 118 hanno provato a soccorrerlo ma non c’era più niente da fare.

Il grande campione di ciclismo avrebbe compiuto 77 anni a settembre. Si trovava a Giardini per qualche giorno di vacanza. Ha trovato invece la morte ad attenderlo nella località turistica dove si trovava in questi giorni in vacanza.

Professionista dal 1965 al 1979, è stato un campione completo, capace di tenere sul passo, di vincere in salita, a cronometro e anche in volata. È uno dei sette corridori ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri, cioè Giro d’Italia (per tre volte, nel 1967, 1969 e 1976), Tour de France (nel 1965) e Vuelta a España (nel 1968). Tra le corse di un giorno si aggiudicò un campionato del mondo su strada, nel 1973, e alcune classiche monumento: una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia. Suo è il record di podi al Giro d’Italia, 9, dove ottenne anche sette vittorie di tappa.

Nonostante la sua carriera sia coincisa in gran parte con quella del “cannibale” Eddy Merckx, è stato in grado di ottenere numerosi successi; rispetto al belga ha avuto anche una maggiore longevità ad alti livelli, avendo iniziato a vincere prima, al Tour de France 1965, e terminato dopo, con il successo al Giro d’Italia 1976.

Io ho avuto la sfortuna di trovare sulla mia strada Merckx. Poche chiacchiere e menare! Sei corse di preparazione al Mondiale dilettanti di Renaix nel 1963. Nell’ultima andai in fuga a 90 Km dall’arrivo. Eravamo in otto, poi rimanemmo in due: io e un belga. Su uno strappo lo mollai e vinsi. Poi venni a sapere che quel belga si chiamava Eddy Merckx: aveva 18 anni, tre meno di me.

 

 

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