Eboli – Sparano (CISL FP): “Potenziare gli organici e definire i percorsi per contrastare il virus”

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La riattivazione del reparto di malattie infettive che già a suo tempo nel periodo febbraio-maggio, era stato riconvertito in reparto COVID, pone la necessità di definire i percorsi finalizzati a dare dignità e diritto di cura ai pazienti affetti da patologia COVID – afferma Emiddio Sparano delegato del presidio ospedaliero di Eboli per CISL FP di Salerno – ma contestualmente è importante verificare che tutte le attività vengano svolte in totale sicurezza per i pazienti e soprattutto per gli operatori sanitari implicati in prima linea.

Definire i percorsi e l soluzioni attivate per la gestione dei pazienti che dovranno essere ospitati nel servizio centrale di rianimazione e per tutti quelli di pertinenza chirurgica/ortopedica. La verifica e la condivisione dei percorsi in sicurezza è garanzia che non possiamo tralasciare soprattutto in tempo di pandemia. La frequenza dei contagi tra operatori sanitari impone massima attenzione. Forse sarebbe stato opportuno individuare nell’Asl e nell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Salerno strutture ospedaliere da adibire a presidi no Covid invece di ripartire posti letto in strutture dove convivono attività di emergenza e di elezione con grave rischio per operatori ed utenti.

Potenziare anche con personale tecnico sanitario i servizi di diagnostica per accelerare le procedure di individuazione di patologie severe i pazienti infetti e dividerli in sicurezza da quelli no Covid ma che presentano condizioni sulle quali intervenire per evitare infausti eventi possibili se non trattati. Coinvolgere nelle attività domiciliari tutti i professionisti territoriali, sia sanitari che del comparto, alla luce della difficoltà a reperire infermieri e medici. L’assenza in sede centrale del confronto con parti sociali e portatori di interesse sta mostrando tutti i limiti nella gestione dell’epidemia. Manca una regia centrale.

Distretti ed ospedali sono stati abbandonati e si sta perdendo l’opportunità che attraversando la pandemia si possa uscire con un sistema riorganizzato e concepito a misura dei concreti bisogni assistenziali delle comunità di riferimento.

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