Diritti delle donne. Ennesima chiusura, FedAPI scrive al Governo

92
Advertisement

La FedAPI – Federazione Artigiani e Piccoli Imprenditori, reagisce all’ennesima chiusura comunicando al governo gli effetti delle loro decisione che, ancorché condivisibili, hanno degli effetti che vanno analizzati, affrontati e risolti.

Di seguito il contenuto della richiesta formale inviata da FedAPI, nella persona del proprio Presidente Nazionale Pietro Vivone, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali , al Ministero dell’ Istruzione e al Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia.

«La nostra non è una sterile polemica ma vogliamo che si affronti una tematica che viene rinviata da troppo tempo, da anni mettiamo a centro della nostra attività l’agenda dello sviluppo sostenibile con il raggiungimento dei seguenti obiettivi, in particolare in questo caso vediamo lesi i seguenti diritti:
– ISTRUZIONE DI QUALITA’
– PARITÀ DI GENERE
– LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA

Per questo chiediamo un tavolo tecnico monotematico con i Ministeri sopra indicati perché nel mondo le donne rappresentano il 39% della forza lavoro, ma detengono solo il 27% delle posizioni manageriali, tali disparità saranno ancora più accentuate nei prossimi anni perché con le scuole chiuse le mamme saranno “costrette” a restare a casa con i propri figli tale scelta poggia soprattutto sul fatto che le donne in media guadagnano di meno (pensate sia il caso di affrontare questa questione?

Ve lo chiediamo noi che rappresentiamo le imprese visto che purtroppo noto i sindacati dei lavoratori che sembrano dimenticarsene). Se le donne restano a casa, difficilmente saranno riconfermate se hanno un contratto a tempo determinato e se il contratto è indeterminate è improbabile che siano promosse.

Il Presidente Vivone chiude la lettera ai Ministri illustrando la nazione in cui vorrebbe vivere: «Lo sviluppo non è tale se non è
sostenibile ed io non voglio vivere in un paese che:
–       Non garantisce nei fatti la parità uomo-donna;
–       Non garantisce gli stessi standard di istruzione su scala nazionale;
–       Non tutela le imprese;

Se davvero volete cambiare l’Italia Partite da questi punti. »

Advertisement