Coronavirus, scoppia il caos a Giugliano

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E’ un tempo di angoscia e di divulgazione social caotica e spesso inesatta. Ci sentiamo impauriti : stiamo affrontando una cosa sconosciuta che ci rende incerti perché non riusciamo ad intravederne i confini e, soprattutto, la fine. Giorni fa il primo caso di contagio da coronavirus nella città di Giugliano è bastato a seminare il caos di informazione e a lanciare “la caccia al contagiato”. C’è chi senza alcuna cognizione aveva dichiarato che fosse di Lago Patria ed invece non è della Fascia Costiera. E’ un informatore farmaceutico del centro che è stato infettato ad una cena aziendale dal suo dirigente ( della Lombardia ) in un ristorante napoletano. Ora i protocolli sono stati effettuati e rintracciate anche le persone con cui era entrato in contatto. Intanto girano le fake news e invadono le bacheche social. Ma le cose cambiano di giorno in giorno, di attimo in attimo e già circola voce di nuovi casi un po’ ovunque tra fascia costiera e centro, anche tra gli insegnanti e gli studenti. E c’è una popolazione che non sa cosa fare. Scuole aperte o no? Come muoversi? Quali posti frequentare? Cosa si può fare per salvaguardare il proprio lavoro? Quali le misure da adottare nel caso di molti più contagi? Insomma i cittadini giuglianesi, aldilà dei puntuali bollettini della Regione Campania e di quelli nazionali della Protezione Civile, non hanno un punto di riferimento in città. Al IV Circolo Didattico a Varcaturo le mamme inveiscono anche fisicamente contro gli insegnanti per i certificati medici difficili da avere ( obbligatori per chi si è assentato prima dei giorni di chiusura per sanificazione) tanto da dover rendere necessario l’intervento delle forze dell’ordine. La città è allo sbando. Si respira diffidenza. Le aule sono semivuote e c’è il rischio di nuove rivolte.

fonte TERRA MIA

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