Coronavirus – Scelti per voi, l’articolo di Marco Zatterin su la Stampa, L’ANTIDOTO PER BATTERE LA POVERTÀ

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Aristotele ammoniva che «la povertà genera la rivolta e la criminalità». È una riflessione che dà sostanza a quanto è lecito temere per le conseguenze economiche
del virus. Ci sarà recessione quest’anno, almeno sei punti di Pil in meno, affermano gli analisti. Cresceranno i disoccupati e le diseguaglianze. Interi settori ripartiranno
da poco o nulla, come il turismo, i trasporti, la ristorazione, il commercio, i banchetti da strada. Le tensioni sociali saranno amplificate, la rabbia troverà terreno fertile in anni drogati da illusioni edonistiche. Il 2020 rimanda al 1920, il primo dopoguerra e l’epidemia spagnola. Non è finita bene, si ricorda. Bisogna metter mano alla cassa, non c’è
scelta, e manca il tempo per essere certi di evitare abusi di erogazione e incasso. L’appello è «Fate presto!». Sarebbe opportuno cercare di «fare bene», tuttavia da una classe politica
che da qualche anno preferisce donare reddito piuttosto che varare riforme strutturali,
che carica di balzelli e lacci le partite Iva e le imprese, che tollera forme quasi schiavistiche
di lavoro nell’agricoltura, non ce lo si può attendere con eccessivo ottimismo.
La convinzione che «una crisi offre sempre opportunità» impone di non perdere un attimo nel «prima» e di pianificare il resto con altrettanta rapidità. L’antidoto iniziale al terremoto sociale sarà la liquidità, sempre che si sappia incassarla. Ma è nel «dopo» che si gioca tutto, un «dopo» che in un mondo perfetto andrebbe preparato «prima». Battere la povertà significa salvare i precari, recuperare gli esclusi, sanare gli illegali, far riapparire i
sommersi. Implica dar loro una prospettiva e una casa, oltre che scuole e ospedali. È una
missione che impone di cambiare abitudini, di intervenire sulle strutture, di riformare la
burocrazia e il suo linguaggio. La cura finale non sarà completa e soddisfacente senza interventi strutturali sinceri, coerenti e scevri da clientelismi elettorali. 

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