Coronavirus – il blocco costa 47 miliardi di euro al mese

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Il blocco? Ci costa 47 miliardi di euro al mese, stima la Svimez. Il 3,1% del
Pil o se vogliamo 788 euro a testa ogni mese, 951 al Centro-Nord e 473 al Sud. Comprensibile dunque che soprattutto il mondo delle imprese spinga per una rapida ripartenza. La riapertura delle attività dopo il lockdown imposto per fronteggiare l’emergenza coronavirus dovrà però tenere conto di almeno tre questioni: il grado di esposizione verso malattie e infezioni, la vicinanza fisica dei lavoratori e
l’indice di fattibilità di lavoro da remoto.

L’Inapp, l’istituto nazionale per le politiche pubbliche, analizzando un paniere composto da 800 professioni, ha stilato tre distinte «liste» utili per pianificare la cosiddetta «fase 2». «Una volta passata l’emergenza sanitaria va considerato che esistono settori economici dove il rischio di contagio, dovuto alla prossimità fisica, appare più basso di altri e che quindi possono ripartire gradualmente senza aumentare, o aumentando di
poco, il rischio di contagio, mentre altri presentano maggiori difficoltà e quindi potrebbero continuare a lavorare utilizzando le formule di telelavoro o smart working», spiega il
presidente dell’Inapp Sebastiano Fadda.

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