Cava de’ Tirreni, l’ultima uscita di Sorrentino, col sorriso tra i guanti

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Ho deciso di dire addio al calcio giocato. Addio al mio miglior amico che per anni ho protetto tra le mie braccia con grinta e orgoglio, con quegli occhi di un bambino diventati negli anni occhi delle tigre. È incredibile dove può portarti la forza di un sogno: giocare contro Messi o a parare un rigore a Ronaldo. Grazie, grazie a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo sogno. Grazie alla mia famiglia, mia moglie Sara, le mie figlie, i miei amici, il mio procuratore, gli allenatori, i compagni con cui ho avuto la fortuna di giocare. Grazie davvero a tutti. Anche in un addio c’è un sorriso: perché ho ancora tanta voglia di restare nel calcio e a breve vi racconterò del mio nuovo sogno.Esiste un tempo per iniziare e uno per finire. L’ha capito anche Stefano Sorrentino, ruolo portiere, anni 41 dietro l’angolo. Nacque a Cava de’ Tirreni a fine marzo del 1979 per il semplice fatto che papà Roberto, napoletanissimo, all’epoca giocava con la Paganese, in precedenza era stato con la Nocerina. Difficile stabilire che tra i due portieri, padre e figlio, sia stato il più bravo. Roberto ha giocato di meno in A ma l’ha fatto alla grande col Catania e col Bologna. Ora vive e allena calcio femminile in un posto sardo semplice, ovvero Caprera. Era fortissimo Roberto, decisamente più forte di quel Pasquale Fiore che fu eterno rivale nel Napoli baby per poi diventare a sua volta portiere di una Paganese indimenticabile. Ma a Stefano è andata meglio rispetto al padre. Quasi 600 partite in carriera e quasi tutte in A, diventando la bandiera del Chievo prima e dopo gli anni pur belli di Palermo e gli inizi col Toro con una storia particolare. Quando papà Roberto andò a fare il preparatore dei portieri della maldestra Juve di Maifredi, portò i due figli alle giovanili bianconere, Stefano dunque cominciò a mettersi in mostra proprio tra i pali della Juve Primavera mentre il fratello Ivano, di 4 anni più giovane, tradiva la tradizione di famiglia esercitandosi da centravanti arrivando fino alla C, oggi opinionista radiofonica. E’ stato proprio Ivano ad emozionare tutti nel giorno dell’addio di Stefano. L’ha fatto con un post su su Instagram: “Ecco arrivato il momento che tutti noi te in primis non volevamo che arrivasse perché solo chi ti conosce bene come la tua famiglia sa quanto sia stato difficile per te fare questa dolorosissima scelta… Vedendo queste immagini non mi vergogno a dirti che una lacrimuccia mi è scesa perché non rivederti più in campo con i tuoi guantoni a difendere la tua porta, incitare i tuoi compagni e intimorire gli avversari con gli occhi da tigre. mi dispiace tanto perché so ancora quanta voglia avevi e quanta da insegnare ai più giovani. Per me sei stato un esempio per tutti, sei sempre stato elogiato come uno dei portieri italiani più forti e sicuramente avresti meritato una carriera diversa compresa la Nazionale Italiana, ma nella vita non sempre si ottiene ciò che uno merita. SEI E RIMARRAI IL PORTIERE PIÙ FORTE DI TUTTI. Adesso per te inizierà un percorso nuovo della tua vita e ti auguro tutto il bene e altrettanta fortuna fratellone, sempre con gli occhi della tigre. Ti voglio bene”. 

 

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