Castellammare di Stabia. Ricordando il grande  Italo Celoro,  detto “O’ Prufessore”.

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foto di ANTONIO GARGIULO
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Nacque nel 1941 a Castellammare, il 19 febbraio, da una famiglia di commercianti, terzo di quattro figli.

Dalla biobibliografia stilata dalla figlia, Marcella Celoro, si apprende la sua formazione: prima dai Salesiani, poi al Liceo Classico “Plinio Seniore” e dopo all’Università, Facoltà di Lettere e Filosofia di Napoli Federico II. All’inizio la sua carriera fu scandita dalla musica con un gruppo “Italo e i Vagabondi”. Insegnò italiano e storia all’Istituto “Leonardo Fea” negli anni ’70. Dopo il matrimonio con Maria Pia D’Anna, cominciò a frequentare il Circolo Artistico, centro culturale e laboratorio teatrale. Il C.A.T. (Centro Attività Teatrali), con la mediazione di Ciro Madonna,  si pose sulle orme di Viviani mettendo in scena L’Ultimo Scugnizzo, con arrangiamento musicale di Enrico Forte. L’arte e Castellammare scorrevano nelle sue vene, tanto da amare la sua città molto più di quanto abbia ricevuto ed è stato promotore di una cultura sana, capace di reagire e risvegliare gli animi.

La sua carriera è stata fitta di impegni tra l’insegnamento, l’attività teatrale e le tournè. Per il teatro scorrono titoli quali L’Opera d’e muorte ‘e famma, La Perla Reale, La Festa di Montevergine, Annella di Porta Capuana,  La Medea di Porta Medina, Gilda, Guappo di Cartone, Masaniello con registi come Elvio Porta e Armando Pugliese, mentre per il cinema i film come Scugnizzi e  Pacco, doppiopacco e contropaccotto, (Festival di Venezia – 1989, 1993),  L’Amore Molesto (Festival di   Cannes-1995) Luna Rossa, Pater Familias, Gomorra con registi del calibro di Nanny Loy.

Notevole la sua filmografia tra cui Io speriamo che me la cavo nel 1992, L’uomo in più di Paolo Sorrentino del 2001, Giuseppe Moscati- L’amore che guarisce di Giacomo Campiotti del 2007. Tra questi molto intenso il personaggio dell’allenatore nel film L’uomo in più. L’ultima sua rappresentazione risale al 2009, un anno prima della sua morte,  con Padroni di Barche, commedia in 2 atti di Raffaele Viviani con la regia di Armando Pugliese e rappresentata alla Reggia di Quisisana. Nel suo ultimo messaggio si dibatteva per ottenere un Teatro Comunale continuando quella tradizione culturale e teatrale che fa parte della città con la sua lunga serie di autori che le hanno dato lustro nel tempo. L’arte  o ce l’hai o non ce l’hai e lui visse d’arte, come dice la Tosca di Giacomo Puccini nel II atto dell’opera. Il C.A.T. dal 1998, anno della sua nascita ad oggi, ha realizzato il sogno del suo fondatore di dare vita a un fulcro di attività  che animassero il dibattito culturale della città. L’attività continua e prospera con i suoi figli nel ricordo e nella consapevolezza di quanto Italo Celoro abbia rappresentato per Castellammare.

 

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