Caso Giuseppe Di Meglio, la famiglia: “Indagini rallentate. Noi abbandonati dalle Istituzioni”

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Un anno fa la scomparsa. Da allora nessuna notizia di Giuseppe Di Meglio, 41enne torrese, laureato in psicologia. Da Meta di Sorrento l’ultimo contatto con la famiglia, poi più nessuna traccia. Diversi gli avvistamenti segnalati a famiglia e Forze dell’Ordine, tutti però puntualmente sconfessati dalle indagini. Del caso si è interessata anche la trasmissione “Chi l’ha visto”. Numerose le iniziative promosse dalla famiglia, che a questo punto – attraverso il fratello di Giuseppe, Andrea – ha inteso raccontare il proprio dramma, passando per alcune critiche valutazioni sulla conduzione delle indagini.

Ad un anno dalla scomparsa di Giuseppe, come procedono le indagini?

“Non è facile per una famiglia affrontare la scomparsa di un proprio caro e combattere contro tutte le problematiche del caso. La lentezza burocratica con la quale si stanno portando avanti le indagini è un qualcosa di impressionante e soprattutto non siamo sicuri di quale sia il piano investigativo. Le cose fatte sono state realizzate dopo forti pressioni, come ad esempio la battuta nel dirupo nei pressi di Piano di Sorrento. Ancora oggi, a distanza di 7 mesi dal sequestro dei computer di mio fratello, questi non sono stati ancora analizzati e solo nel mese di maggio il magistrato li ha affidati ad un consulente tecnico per l’analisi. Ad oggi però non ci sono ancora i risultati della perizia ed è su questo che mi preme intervenire per cercare di accelerare i tempi”.

Crede che le Istituzioni – carabinieri, magistratura, enti locali – avrebbero potuto fare di più?

“Si sarebbe potuto fare sicuramente di più, ma la burocrazia ha rallentato e continua a rallentare le indagini. Quanto alle Istituzioni locali, c’è stato un primo coinvolgimento grazie alla fiaccolata organizzata ad ottobre, ma poi nessun seguito”.

Come riesce la famiglia a far fronte alle difficoltà del caso ed a tenere alta l’attenzione sulla vicenda?

“tengo a ringraziare tutti i nostri amici e l’Associazione Penelope Scomparsi Campania per quello che hanno fatto e che stanno facendo, perché senza di loro la scomparsa di Giuseppe non avrebbe avuto la visibilità ottenuta. Il dolore per la scomparsa è qualcosa di indescrivibile, ma purtroppo a questo dolore si aggiungono tante difficoltà, ostacoli di natura legale, giuridica e amministrativa. Per questo stiamo organizzando un convegno nel quale vogliamo coinvolgere sia istituzioni che specialisti di casi del genere. La finalità del convegno è far comprendere alle istituzioni ed all’opinione pubblica tutte le difficoltà che una famiglia vive, veicolandone alcuni suggerimenti in virtù dell’esperienza purtroppo acquisita”.

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