Bertrand Russell, non un uomo qualunque, rassegna di spazzatura intellettuale

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Bertrand Arthur William Russell (Trellech, 18 maggio1872 Penrhyndeudraeth, 2 febbraio 1970) è stato un filosofo, logico, matematico, attivista e saggista gallese. Un autorevole esponente del movimento pacifista e un divulgatore della filosofia. In molti hanno guardato a Russell come a una sorta di profeta della vita creativa e razionale; al tempo stesso la sua posizione su molte questioni fu controversa. Russell è stato avvicinato alle correnti filosofiche del razionalismo, dell’antiteismo e del neopositivismo.

Quali sono le cause che provocano l’infelicità nel mondo moderno? Come possiamo raggiungere la felicità? In questo saggio Bertrand Russell spiega, analizzandoli approfonditamente, i motivi che causano il malcontento.

L’uomo è un animale razionale — così, almeno, mi è stato detto. Nel corso della mia lunga vita ho cercato con diligenza una conferma di tale affermazione, ma fino ad ora non ho avuto la fortuna di trovarla, malgrado io abbia cercato in molti paesi e in tre diversi continenti. Al contrario, ho visto il mondo affondare sempre di più nella follia. Ho assistito a come le più grandi nazioni, un tempo al vertice della civiltà, vengano oggi fatte a pezzi da predicatori di insulse sciocchezze. Ho osservato crudeltà, persecuzioni e superstizione aumentare vertiginosamente, al punto che basta credere nella razionalità per essere marchiati quali buffi residui di un’antica era ormai conclusa. Ciò è deprimente, ma la malinconia è un sentimento inutile. Per liberarmene ho iniziato quindi a studiare il passato con maggiore attenzione di prima, arrivando a scoprire, come anche Erasmo aveva fatto, che, per quanto la follia sia perenne, la razza umana è comunque riuscita a sopravvivere. Le follie dei nostri tempi si sopportano più facilmente se osservate nel contesto di quelle più antiche. Qui di seguito mi propongo quindi divconfrontare liberamente la stupidità dei giorni nostri e quella dei secoli passati. Il risultato, forse, aiuterà a mettere il mondo contemporaneo nella giusta prospettiva, cioè quella che mostra una situazione non tanto peggiore delle altre che i nostri antenati hanno già affrontato in passato senza mai giungere a disastri irrimediabili. Aristotele, per quanto ne sappia, fu il primo a proclamare che l’uomo è un animale razionale. La ragione per cui arrivò a concepire una tale idea oggi non ci impressiona affatto: alcune persone erano in grado di fare somme. Egli credeva che esistessero tre tipi di anima: l’anima vegetale, posseduta da tutte le cose viventi, sia piante che animali, e impegnata solo nel nutrimento e nella crescita; l’anima animale, impegnata nella locomozione, e condivisa dall’uomo e dagli animali inferiori; e infine l’anima razionale, o intelletto, che sarebbe la mente divina, alla quale gli uomini partecipano in grado maggiore o minore in proporzione alla loro saggezza. In virtù del suo intelletto, quindi, l’uomo era un animale razionale. L’intelletto si sarebbe mostrato in vari modi, ma sarebbe stato maggiormente evidente proprio nelle abilità aritmetiche. Il sistema numerico greco era piuttostoinefficiente, quindi la tavola delle moltiplicazioni era difficile e i calcoli più complicati risultavano alla portata solo delle persone più dotate.

L ‘uomo capace di grandezza d’animo spalancherà le finestre della sua mente, lasciando che i venti la investano liberamente, soffiando da ogni parte dell’universo. Egli vedrà se stesso, la vita e il mondo con la lucidità concessaci dalle nostre umane limitazioni; rendendosi conto della brevità e della piccolezza della vita umana, egli si renderà conto anche che nelle menti individuali è concentrato tutto ciò che vi è di prezioso nel mondo conosciuto.

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