Sono da alcuni giorni che nell’aria si sentono forti odori nauseanti, “Zona inquinata soggetta ha divieti”, avverte un cartello.
Un pericolo subdolo, non si vede. È l’eredità di decenni di attività nello sversare rifiuti di ogni genere, qui nelle acque più inquinati d’Italia.
Il canale San Tommaso è quello contaminato da un mix di diossine, solventi clorurati, e forse altre sostanze pericolose, una criticità che viene collegato all’emergenza ambientale.
Eppure negli anni passati non è successo molto, salvo piccoli interventi di pulitura, ma senza una adeguata soluzione nonostante lo scorrere del tempo.
Trattato come una pallina da “ping pong”, quello giocato tra Regione Campania, Consorzi e Comuni, che oggi ha generato solo tanta confusione senza dar vita a operazioni concrete.
Come confermano i controlli effettuati presso 44 aziende tra Angri (8), e Scafati (36), che sversano rifiuti di scarico nel San Tommaso. Rifiuti provenienti da aziende conserviere, distillerie e verniciature
L’odore acre di fogna, di questi giorni, ma principalmente di notte, invade le case costringendo i residenti o chi dista poche centinaia di metri a chiudere le finestre.
Il San Tommaso, nato artificialmente per favorire l’irrigazione dei campi che circondano l’area dei campi a valle, da anni subisce scarichi abusivi, molti dei quali pieni di rifiuti di ogni genere, sostanze usate per le coltivazioni, e smaltite illegalmente da qualche agricoltore.
Oramai l’estate è vicina la presenza d’insetti, topi e zanzare “stranamente” più grandi del solito mette in allarme l’intera aera.
Non sono rari i casi di patologie respiratorie, ma di sicuro resta pur sempre un disastro ambientale. A pagare i danni sono sempre i cittadini che ci abitano, in alcuni casi sono stati costretti ad abbandonare le case e trasferirsi a causa dell’enorme puzza provocata dal canale.
Oramai siamo abituati a proclami e promesse, ma il San Tommaso è un canale o una discarica ?