Angri – Ricorda il giorno della memoria “VIGILARE SULLA CULTURA DELL’ODIO”

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Ci piace il pensiero di (Primo Levi), “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario “.

Uno strumento importante per mantenere viva la memoria ed evitare che tutto ciò si ripeta è sicuramente dare voce ai tanti testimoni che hanno vissuto l’orrore dei campi nazisti.

A tal riguardo la letteratura ci viene in soccorso. Leggete attentamente cosa scriveva Primo Levi nel suo romanzo “Se questo è un uomo” in cui descrive l’epopea vissuta, dalla deportazione in un campo di lavoro a Monovitz, un lager satellite di Auschwitz, alla successiva liberazione nel gennaio 1945:

«Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo.

Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile.

Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero.

Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga»

«Distruggere l’uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice»

«E infine, si sa che sono qui di passaggio, e fra qualche settimana non ne rimarrà che un pugno di cenere in qualche campo non lontano, e su un registro un numero di matricola spuntato.

Benché inglobati e trascinati senza requie dalla folla innumerevole dei loro consimili, essi soffrono e si trascinano in una opaca intima solitudine, e in solitudine muoiono o scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno».

L’umanità comune che viene calpestata, uccisa e distrutta dalla follia dell’odio.

Queste persone portate via dai propri cari venivano picchiate e ammassate nei vagoni merci, senza sapere dove stavano andando, senza che venisse dato loro da mangiare e da bere; non c’era un motivo per farlo, era solo un capriccio, di persone pazze e malate che hanno ucciso milioni e milioni di individui.

Giunte nei campi di concentramento gli uomini venivano condotti da una parte perché abili al lavoro, le donne e i bambini portati nei campi di sterminio perché ritenuti inutili dal regime nazista.

Pura follia! È importante oggi ricordare tutto e parlare con rispetto di tutte quelle persone morte senza una ragione, dobbiamo insegnare agli altri e ai nostri figli che tutto questo è sbagliato, per fare in modo che non succeda mai più!

La Giornata della Memoria non serve soltanto a ricordare quei milioni di persone ammazzate senza pietà; serve anche a ricordare che quotidianamente esistono tante discriminazioni verso le quali abbiamo il dovere di alzare la voce senza nasconderci per opportunismo e comodità.

Dobbiamo sempre essere pronti ad ascoltare, capire e riflettere, partendo dal presupposto che la libertà di cui oggi noi godiamo è un tesoro che va difeso a tutti i costi, e che la Shoah deve rimanere un brutto ricordo del passato e non diventare mai più “il presente”.

E difronte al riapparire dei simboli nazisti facciamo nostre le parole di Papa Francesco: «Vigiliamo sempre sulla cultura dell’odio»

Ad Angri due manifestazioni organizzate da  – Fronte Civile, piazza San Giovanni ore 18.00 e Associazione Nazionale Combattenti e Reduci con Associazione Nomos onlus, Casa del Cittadino ore 19.00

 

 

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