Angri. I Racconti di Carmine Lanzieri Battaglia; “Sansone e i Filistei”

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Alla fine la voce dei residenti ha trovato una “cassa di risonanza” istituzionale che non ammette più dilazioni. Il Prefetto di Salerno ha dettato a chiare lettere al sindaco di Angri le regole da adottare per gestire al meglio il problema della “movida” angrese.

Sono anni che i cittadini residenti del centro storico del nostro ridente paesotto, lamentano disagi a causa di scostumatezza, non rispetto delle regole, indifferenza e strafottenza da parte dei frequentatori dei locali che insistono nella zona alle spalle di Palazzo Doria; a nulla sono valsi i tavoli tecnici, le riunioni fiume, i sit-in e le litigate notturne tra gli avventori, i ristoratori, le forze dell’ordine, i residenti e gli amministratori, alla fine è dovuto intervenire il rappresentante delle istituzioni tutore dell’ordine pubblico a livello provinciale, che ha redatto un documento che traccia un solco nel quale la nostra amministrazione dovrà poi provvedere ad emettere un’ordinanza ad hoc.

Quello che la prefettura salernitana ha imposto, poco conta a questo punto dell’annosa questione, perché le richieste del “Palazzo Littorio” sono legittime e normativamente ineccepibili, e tutte ruotano intorno agli orari che regolamentano la chiusura delle attività (inderogabilmente all’una di notte), il “silenzio” musicale (alla mezzanotte), la somministrazione di bevande alcoliche (fino alle ore 22,30); invece è necessario capire perché non si è provveduto ad arginare l’ondata di dissenso che agita da tempo i residenti, a tal proposito si ha l’impressione, come al solito, di un profondo pressapochismo messo in essere dalla nostra stantia amministrazione, che ha praticamente ignorato, mostrando scarso interesse e rimandando sempre alle calende greche, sia le rimostranze dei cittadini residenti sia le proposte per risolvere la questione, messe in campo dai gestori dei locali ricadenti nella zona “incriminata”.

C’è da considerare un altro aspetto secondo me non di poco conto: come si possono collocare “geograficamente” i locali interessati dal provvedimento di sua eccellenza Francesco Russo?

Si tratta solo di quelli che insistono su via di Mezzo?

Oppure vengono conteggiati anche quelli che sono nati come funghi nelle strade adiacenti (via don Minzoni, via Marconi, via Roma, via Amendola etc.)?

E gli altri locali angresi?

I bar, le pizzerie, le paninoteche, le cornetterie che vivono di notte ma che si trovano in altre zone (più periferiche) comunque densamente abitate, possono continuare a somministrare alcolici e restare aperti oltre l’orario imposto?

Su quale base si potrà “punire” un’attività piuttosto che un’altra?

La verità è che come al solito per colpa di pochi in tanti pagano le conseguenze; e quando non si sa come punire i colpevoli si rischia la fine di Sansone che, stando ad una citazione biblica, pur di uccidere i capi dei Filistei, fece crollare un tempio causando anche la sua morte. In quel frangente lui gridava: “Muoia Sansone con tutti i Filistei”, i nostri amministratori invece cosa grideranno mentre un altro grave colpo sta per essere inferto alla libera attività sul nostro territorio?

Il Sindaco e i suoi “soldati” hanno ormai meno di venti giorni di tempo per recepire ed applicare le direttive del prefetto, speriamo solo che (non) sia una decisione (in)degna per il nostro paese, anzi per la nostra “città”.

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