Anci: “I Comuni vogliono assumere”

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Eliminare i vincoli al turnover del personale per rigenerare i comuni. In testa alle richieste dell’Anci sulla legge di bilancio (il cui esame entrerà nel vivo domenica con l’inizio delle votazioni in commissione alla camera) c’è quella di avere maggiori margini di manovra sulle assunzioni. Non per tornare a far lievitare la spesa pubblica (anche perché i comuni hanno fatto in pieno la loro parte, visto che dal 2010 al 2015 la spesa per il personale è calata del 13,5%, mentre in tutta la galassia della p.a. la riduzione è stata solo del 6%), non per rigonfiare gli organici come ai tempi delle vacche grasse, ma semplicemente per poter sopravvivere. Con 63 mila lavoratori in meno (dal 2007 al 2014), meno trasferimenti dallo stato, il blocco delle aliquote e tanti, troppi, compiti e funzioni che spesso si traducono in adempimenti burocratici inutili, i sindaci chiedono aiuto alla politica nazionale. Lo hanno fatto ieri alla camera, in una conferenza stampa dove i vertici dell’Anci, con in testa il presidente e sindaco di Bari, Antonio Decaro, hanno ribadito che tornare ad assumere per i comuni non è un capriccio, ma una necessità, dettata anche dalla carta di identità dei dipendenti. «Abbiamo bisogno di ampliare le piante organiche e di permettere a una nuova generazione di essere assunta dagli enti locali. In questo modo vogliamo contribuire a sostenere la ripresa economica del paese», ha detto Decaro. Del resto, i dati del Conto annuale del Mef (risalenti al 2014, ma la situazione nel 2015-2016 si è ulteriormente aggravata a causa del blocco delle assunzioni) parlano chiaro. Su 3.124 dirigenti comunali a tempo indeterminato solo l’1% ha meno di 40 anni, il 75% ha più di 50 anni e il 24% più di 60 anni. E anche i dipendenti iniziano ad avere per lo più i capelli bianchi. Sul totale di 368.889 lavoratori comunali, solo il 10,8% ha meno di 40 anni, mentre il 60% ha più di 50 anni. Per questo l’Anci si aspetta dalla legge di bilancio risposte concrete in materia di personale. Quelle risposte che non sono arrivate l’anno scorso con la legge di stabilità 2016 che, fissando il paletto al 25% della spesa per le cessazioni, ha di fatto ingessato gli organici dei comuni. L’Anci chiede di innalzare la soglia almeno al 75%, ma non per tutti. Solo per i municipi che rispettano il rapporto medio dipendenti/popolazione definito dal ministero dell’interno per gli enti in dissesto. «Tale soluzione», ha osservato Decaro, «non incrementa di un centesimo la spesa di personale dei comuni perché si tratta sempre di turnover al 75% che in progressione potrebbe arrivare al 100%, in analogia con quanto avviene nei comuni con meno di 10 mila abitanti. Vogliamo piuttosto avere la libertà di scegliere in quali settori assumere. Una volta fissato un paletto di spesa, i sindaci dovranno essere liberi di poter operare assumendo personale nei settori che ritengono più essenziali, in funzione delle scelte politiche da loro assunte». Molti comuni infatti si trovano nell’impossibilità di poter procedere alla sostituzione di figure fondamentali per la macchina amministrativa, come il responsabile finanziario, il capo dell’ufficio tecnico, il comandante di polizia municipale. E in alcuni casi, pur di non lasciar scoperte le figure apicali, sono state attribuite funzioni ad interim a personale privo delle qualifiche professionali necessarie. Non è quindi raro vedere ingegneri essere a capo dei servizi finanziari, avvocati alla guida degli uffici tecnici o vigili over 60 svolgere ancora i servizi di pattugliamento in moto. Se a questo si aggiunge poi il blocco degli stipendi che i dipendenti comunali subiscono dal 2009 il quadro è completo. «I lavoratori comunali vivono un blocco totale delle gratificazioni, anche sotto il profilo economico», ha sottolineato Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e delegato Anci al personale. «Se abbiamo personale non professionalizzato, insufficiente o inadeguato come possiamo pensare di poter dare risposte immediate e certe agli imprenditori che vogliono investire sui nostri territori?».

da “Italia Oggi”

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