Alois Hayer, nome e cognome per i resti ritrovati a Pellezzano

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L’Associazione Salerno 1943 ha, ad oggi, ritrovato i resti di 8 soldati dispersi. Si tratta di 3 tedeschi (Alois Hayer, Wilhelm Hescnauer e Walter Prochel), 4 inglesi (Ronald George Blackham, Raymond Frederick Rose e due ancora ignoti) e 1 statunitense (Dewey Leroy Gossett). Alla fine, missione compiuta anche stavolta. Ci sono voluti quasi tre anni per ridare un nome al soldato tedesco ritrovato nel comune di Pellezzano dall’Associazione Salerno 1943. Era il giugno del 2016 quando Gerardo Capuano, Vincenzo Pellegrino, Matteo Pierro e Gigino Vitolo ritrovarono prima frammenti metallici tipici di una uniforme tedesca e poi alcune ossa ed un cranio.  Avvertite le autorità italiane, l’Associazione informò il Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge e.V., Geschäftsstelle Süd ed il Deutsche Dienststelle (WASt), l’agenzia statale con sede a Berlino che si occupa di rintracciare i familiari dei caduti dell’esercito tedesco. A Berlino furono trasmessi gli estremi del piastrino ritrovato nei pressi del soldato, da cui si evinceva che  era un Panzergrenadier, nonchè un rincalzo della seconda compagnia del cinquantesimo battaglione. Il numero di matricola stampigliato sul piastrino, “5459”, ha consentito poi di risalire alle generalità del soldato. Ma ci sono voluti anni: i registri della Wehrmacht furono in larga scala distrutti dopo il secondo conflitto mondiale. Soltanto a 35 mesi di distanza dal ritrovamento è possibile, finalmente, sciogliere le riserve. Il soldato ritrovato dall’Associazione Salerno 1943 si chiamava Alois Hayer ed era nato il 12.08.1921. Con il grado di caporale, aveva soltanto 22 anni al momento della sua morte, avvenuta sulle colline di Pellezzano nel settembre del 1943. Uno dei tanti giovani che pagò con la propria vita la crudeltà della guerra. Al momento del ritrovamento, Hayer, fu trovato dall’Associazione Salerno 1943 nelle vicinanze di una bomba a mano, segno evidente che -fino all’ultimo istante della sua vita- provò a difendere le posizioni occupate dai commilitoni. La parte inferiore del corpo, però, non è stata mai rinvenuta, sgretolatasi probabilmente a seguito dell’esplosione dei numerosi colpi di artiglieria nemica che interessarono l’area del ritrovamento.

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