Alberto Sordi – Il centenario del marchese del Grillo

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Cento anni fa – il 15 giugno 1920 – nasceva, a via San Cosimato 7 nel Rione Trastevere a Roma, Alberto Sordi.
La maschera comica e tragica di un’Italia che reduce dalla guerra si è mostrata spocchiosa, malinconica, ma vera, sempre tristemente sincera nel mostrare i suoi pregi, ma anche e soprattutto i suoi difetti.

Ultimo di 5 figli; il padre era maestro strumentista (suonava la tuba e insegnava musica), la madre una maestra. Trascorse la sua infanzia a Valmontone. La svolta si ebbe nel 1937, anno in cui cominciarono i suoi studi in canto lirico, che lo portano a far parte del coro della Sistina: voce da soprano, poi crescendo si evidenziò una voce da basso naturale.

Ed è proprio grazie alla sua voce che ebbe “la svolta della vita” quando venne scelto per doppiare Oliver Hardy, del duo comico Stanlio&Ollio.

Proseguí nell’attività di doppiatore fino alla metà degli anni Cinquanta: in un’occasione – Domenica d’agosto” del ’50 – divenne la voce di Marcello Mastroianni.

“Continuerò a vivere, la mia voce continuerà anche dopo la morte: questa è una felicità macabra, – così replicò in una delle sue interviste il buon Albertone – essa è impressa su un materiale che può durare in eterno ,insomma si continuerà a vivere”.

Ed è nuovamente alla sua voce ed al suo marcato accento trasteverino a cui – dopo esser stato cacciato dall’Accademia dei Filodrammatici – dovette dir grazie, perché è grazie ad essi che venne notato dal produttore Vittorio De Sica.

Da allora è stato attore per oltre 200 film, speaker radiofonico, compositore,cantante, regista ed è stato premiato con innumerevoli David Di Donatello, Golden Globe, Leone d’oro, Orso d’argento e due lauree honoris causa… mancava solo l’Oscar!

Nobile o borghese, ingenuo o furbo, sciocco o calcolatore: insomma, un italiano medio misero, squallido e disgraziato che ha donato la sua vita all’arte ed al suo pubblico.

Si spense per un tumore ai polmoni il 24 febbraio del 2003.
L’ esequie del 27 febbraio nella Basilica di San Giovanni in Laterano videro la partecipazione di oltre 250.000 persone.
L’omelia si concluse con un canto omaggio; Il coro della diocesi di Roma , diretto da monsignor Marco Frisina, concluse intonando ”Alba Romana” ( […]il sole spunta dai Colli, la luce torna dentro i vicoli, e Roma sembra tutta una regina e splende tutta come una corona).

Ai parenti diceva: “I vostri ricordi con me e con i nostri cari, raccontateli soltanto quando sarò in orizzontale. Allora mi farete felice perché sarà anche un modo per non farmi dimenticare dal mio pubblico che ho amato come fosse la mia famiglia e per farmi conoscere alle nuove generazioni”.

Noi lo vogliamo ricordare così >>> Una canzone presentata al Festival di Sanremo 1981

Antonietta Della Femina – © Diritti Riservati MN24

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