Accade oggi. La casa editrice Chapman & Hall pubblica la prima edizione del “Canto di Natale” di Charles Dickens

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“Mi chiedo se per caso hai letto “I Libri di Natale” di Dickens” – chiese Robert Louis Stevenson a un amico – “Io ne ho letti due, e ho pianto come un bambino, ho fatto uno sforzo impossibile per smettere. Quanto è vero Dio, sono tanto belli, e mi sento così bene dopo averli letti. Voglio uscire a fare del bene a qualcuno […] Oh, come è bello che un uomo abbia potuto scrivere libri come questi riempiendo di compassione il cuore della gente”.

Era il 17 dicembre 1843 quando la casa editrice Chapman & Hall pubblicò la prima edizione di “A Christmas Carol” (“Canto di Natale” nella traduzione italiana). La rilegatura rigida con velluto rosso a bordi dorati voluta dalla Chapman and Hall, preziose illustrazioni del vignettista John Leech: il romanzo, seppur costoso, il 24 dicembre dello stesso anno aveva raggiunto quota 6000 copie, cifra sbalorditiva data l’epoca.

Il Canto di Natale, conosciuto anche come Cantico di Natale,Ballata di Natale o Racconto di Natale, è il primo e più importante della serie dei Libri di Natale (The Christmas Books): una serie di storie che include “Le campane” (The Chimes,1845), “Il grillo del focolare” (The Cricket on the Hearth,1845), “La battaglia della vita” (The Battle for Life, 1846) e “Il patto col fantasma” (The Haunted Man,1848).
Uno dei romanzi-critica piu’ forti pubblicati da Dickens: la conversione del vecchio e tirchio Ebenezer Scrooge, visitato nella notte di Natale da tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro); un romanzo che unisce il gusto gotico con l’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, problematiche di cui lo stesso Dickens fu vittima.

Nella memoria dello scrittore era ancora viva l’esperienza degradante vissuta nell’infanzia, quando per pagare i debiti del padre fu mandato a lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe, dove subì per sei mesi i maltrattamenti del padrone.
Cicatrici che bruciarono per sempre. La ferita lo trasformò: tre argomenti divennero i cardini della sua produzione letteraria: l’ingiustizia sociale, la necessità di un’istruzione antiutilitaristica, il maltrattamento dei giovani.
Una vita di lotte, per gli altri e per se stessi.

(…)
“Per quanto,” dicono, “per quanto, O crudele nazione,
ti baserai, per cambiare il mondo, sul cuore di un bambino, –
soffocherai con un calcagno corazzato le sue palpitazioni,
e procederai verso il tuo trono nella società?
Il nostro sangue schizza verso l’alto, O nazione ammucchiatrice d’oro,
e il tuo color porpora mostra il tuo passo!
Ma in silenzio il singhiozzo del bambino maledice più profondamente
dell’ira di un uomo arrabbiato.”
The cry of the children – Elizabeth Barrett Browning (poetessa – moglie di C. Dickens)

Antonietta Della Femina

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