Accadde oggi: la prima a Milano de “La dolce vita” di Fellini

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Venerdì 5 febbraio 1960. A Milano al cinema Capitol (poi chiuso nel 1984), in una serata grigia ma senza neve, la prima dello spaccato sociale de “La dolce vita” di Federico Fellini.

La proiezione vedette la presenza in sala degli attori Marcello Mastroianni visibilmente ansioso, Anita Ekberg beata in chignon alto e sei giri di perle, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, il produttore editore Angelo Rizzoli e lo stesso Fellini, che condivideva lo stato d’anima del fontanese Mastroianni.

Il regista – già premio Oscar nel 1954 con La strada, come migliore film straniero – ha girato un ritratto della Roma mondana in cui in una via Veneto, ricostruita negli studi di Cinecittà, scorrazzavano paparazzi alla ricerca spietata dei divi del cinema internazionale, che -oggi come allora- balzano tra bar alla moda, locali notturni e ristoranti.

Ai titoli di coda si scatenò un ’48,tra schiamazzi e fischi:
• Fellini fu avvicinato da un signore anziano, che disgustato da quanto aveva appena visto sul grande schermo battendo i tacchi, esordí dicendo: «Signore, la sfido a duello»;
• Una signora con la pelliccia e dall’aria aristocratica sputò improvvisamente sul collo di Fellini
• A Mastroianni spettò una sorte meno infame: gli fu dato del vigliacco, del vagabondo, e, dati i tempi, del comunista.

Jean Toschi Marazzani Visconti, cugina di Luchino Visconti, presente all’anteprima milanese affermò che “Fischi e insulti di quella sera fecero più notizia degli applausi. Nell’ipotesi del sequestro, già la mattina dopo, al Capitol, c’era la fila alla cassa. Fascino del proibito”.

Il giorno dopo i quotidiani più conservatori e quelli più vicini al Vaticano aprirono il fuoco contro quest’opera considerata maledetta e degenerata: a Padova, nella basilica di Sant’Antonio, campeggiava la scritta «Preghiamo per il peccatore Fellini».

Fu l’inizio di un successo planetario senza precedenti.

La dolce vita ottenne la Palma d’oro a Cannes ed un Oscar; in appena 15 giorni di proiezione il film aveva già coperto le spese del produttore. Dopo tre o quattro settimane era in vista il miliardo di lire e dopo due mesi di programmazione gli incassi superarono il miliardo e mezzo.

La dolce vita detiene ad oggi il sesto posto nella classifica dei film italiani più visti di sempre con 13.617.148 spettatori paganti.

Il dizionario Morandini (dizionario enciclopedico di cinema pubblicato da Zanichelli) descrive il film come una rappresentazione della Roma di quegli anni, presentata come una “Babilonia precristiana” e “una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica”.

«Qualche volta la notte questa oscurità, questo silenzio mi pesano. È la pace che mi fa paura, temo la pace più di ogni altra cosa: mi sembra che sia soltanto un’apparenza e che nasconda l’inferno. Penso a cosa vedranno i miei figli domani, “il mondo sarà meraviglioso” dicono, ma da che punto di vista se basta uno squillo di telefono ad annunciare la fine di tutto. Bisognerebbe vivere fuori dalle passioni, oltre i sentimenti, nell’armonia che c’è nell’opera d’arte riuscita, in quell’ordine incantato… Dovremmo riuscire ad amarci tanto da vivere fuori del tempo, distaccati… [ride brevemente] Distaccati…». <<< VIDEO 

Antonietta Della Femina

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