Da quel giorno sono passati 38 lunghi anni: la tragedia di Vermicino sconvolse tutta l’Italia e fu uno dei primi casi di cronaca seguiti in tempo reale sulla televisione nazionale. Mercoledì 10 giugno il piccolo Alfredino Rampi, tornando a casa alle 19 di sera, restò intrappolato in un pozzo artesiano nelle campagne di Vermicino (frazione di Frascati).
Quel pozzo era largo solo 28 centimetri e profondo 80 metri: da quel mercoledì partirono tre giorni di tentativi di liberarlo, con una diretta non-stop della RAI che tenne milioni di italiani col fiato sospeso. Era la prima volta che la televisione italiana seguiva un evento simile, e ne seguirono anche diverse polemiche sul diritto di cronaca da un lato e dall’altro sull’opportunità di creare un corpo adatto proprio a questo tipo di evenienze (l’anno dopo fu istituita la Protezione Civile). Il piccolo Alfredino morì in quel pozzo, dopo tre giorni di mancati soccorsi: l’improvvisazione e la mancata coordinazione dei soccorsi causarono furiose polemiche, così come l’opportunità da parte della Rai di seguire tutta la vicenda in diretta sul posto per diverse ore.