22 febbraio del 2001 nasce la figura professionale dell’Operatore Socio Sanitario

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E’ nato 20 anni fa l’Operatore Socio Sanitario (OSS), una figura che andava a sostituire altre del ruolo tecnico, assumendone le mansioni e le competenze ed aggiungendone a queste, altre specifiche.

In questi venti anni trascorsi, si è rivelata una figura dinamica, funzionale un po’ a tutti i contesti operativi del SSN, un valido compagno di viaggio di altri professionisti, quali ad esempio in primo luogo gli infermieri; un operatore ormai importantissimo  che ha contribuito a migliorare il servizio al cittadino, diventando un punto di riferimento per quell’assistenza così detta “di base”, che rappresenta la stragrande maggioranza delle attività svolte all’interno dei reparti ospedalieri e non solo.

A che punto sono le aziende sanitarie della Regione Campania e la nostra provincia in termini di miglioramento del servizio al cittadino, attraverso l’integrazione e le assunzioni di operatori socio sanitari?

In particolare, quelle salernitane, che sembrano essere ancora tanto indietro rispetto ai tanti bandi di mobilità e concorsi effettuati negli ultimi anni dalle tante altre ASL della regione?

È importante, secondo noi, provvedere ad effettuare un’analisi concreta di quello che è il reale fabbisogno di Operatori Socio Sanitari, all’interno dei nostri presidi ospedalieri e servizi delle aziende in questione, attuando piani di assunzione precisi, partendo in primis, dalla stabilizzazione dei tanti OSS ancora precari, che hanno contribuito a sostenere la sanità regionale in questi anni, specialmente in questo determinato periodo storico.

Successivamente, è fondamentale che le graduatorie dei concorsi in via di svolgimento vengano utilizzate pienamente, affinché il nostro servizio sanitario locale si avvii realmente verso l’efficienza e soprattutto non bruci le speranze di tanti aspiranti OSS, che con sudore hanno investito sul loro futuro, frequentando i corsi di formazione a loro spese, e che con operosità e fiducia hanno studiato per superare le prove concorsuali.

Non condanniamo dunque come al solito, i nostri giovani campani a vivere con la valigia sempre pronta sotto il letto o dietro la porta, portando alla fine, professionalità e competenze altrove.

Chiediamo inoltre, una maggiore integrazione degli OSS attualmente in organico, attraverso una organizzazione ad opera dei coordinatori infermieristici e dei Direttori di reparto, che tenda a valorizzare la collaborazione e cooperazione di questo professionista, adeguando gli organici e garantire ove necessarie le 12 ovvero le 24 ore lavorative,  così come previsto all’interno degli allegati dell’accordo Stato-regioni e provincie autonome di Trento e Bolzano del 2001 e nel rispetto di quel principio più volte enunciato all’interno della L. 833/78, ovvero: “integrazione multidisciplinare”,  senza condannarlo a restare ai margini del processo assistenziale, o lasciandolo ad attività di mera subordinazione.

Infine, un pensiero speciale va a quei tanti colleghi OSS che con abnegazione stanno operando nei centri Covid del nostro territorio e in tutti i reparti e servizi assistenziali che per poca attenzione ai percorsi stanno rischiando in prima persona e per i quali chiediamo a tal proposito di applicare i principi inerenti alla L.81/08, provvedendo a delineare le giuste linee guida e protocolli intesi a salvaguardarne l’incolumità e ristorandoli con un appropriato riconoscimento economico e morale così come accade per tutti gli altri professionisti.

Il Segretario Aziendale CISL FP Centro Medicina del Dolore e Cure Palliative Distretto Sanitario 66 di Salerno. OSS Salerno Alessandro

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