2005 – 2020 Accelerazione del tribunale per la sentenza sulla frana di Monte Albino

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Al Tribunale di Nocera Inferiore stamattina, l’ennesima udienza per il processo riguardante la frana di Monte Albino che determinò nel 2005 tre vittime.

La prossima data stabilita dal giudice R. Donnarumma, che nell’ultima udienza dell’anno appena concluso predispose una nuova perizia tecnica (tempo un mese) per stabilire le cause che determinarono la frana, è fissata per il 23 gennaio 2020.

La velocizzazione del processo mira alla formulazione della sentenza prima del termine della prescrizione prevista per marzo, che stabilirà se si sia trattato di frana colposa.

L’unico imputato è l’imprenditore Franco Amato, gestore della cava estrattiva nella montagna dove ancora oggi si continua a procedere con le azioni di sbancamento.

La preoccupazione è forte anche da parte dei facenti parte del comitato nato per monitorare e sensibilizzare tutti, organi competenti e cittadini, sulle continue mortificazioni che il territorio ha subito e che ancora si perpetuano sotto gli occhi di tutti.

In Aula si legge “La legge è uguale per tutti”. E ancora “La Giustizia è amministrata nel nome del popolo”, secondo quanto stabilisce l’Art. 101 della Costituzione.

Oggi mi sono chiesta, osservando i familiari delle vittime, cosa significhi questa dicitura in bella mostra per loro che da 15 anni aspettano una risposta che sigilli una vicenda che ha stravolto la vita di tante persone.

La morte violenta di un individuo porta con sé altri problemi che chi rimane dovrà risolvere; al dolore per la perdita di un caro, si aggiungeranno sempre le difficoltà che quella situazione ha prodotto.

L’atmosfera stamane è rilassata: i parenti delle vittime in aula sembrano distratti, distanti, e solo quando gli avvocati difensori e il Pubblico Ministero chiamano i convocati a rispondere alle domande, per appurare la verità, si ridestano dall’apparente disattenzione.

L’atmosfera si carica di una tensione nascosta, rintracciabile sui loro volti dove è facile scorgere, smorfie simili a sorrisi che sembrano il tentativo ultimo di ridare forma alla verità che, a parere loro, non è espressa nelle parole di chi parla.

Il dolore dei parenti si trasforma in offesa e poi in dileggio per chi non c’è più, e anche per chi resta.

Sospendiamo qualsiasi giudizio, siamo in attesa di una sentenza definitiva che conferisca dignità alla morte assurda di tre persone, ma viene da chiedersi se la LEGGE sia il fondamento della GIUSTIZIA, come la intendiamo noi, nel senso di dare a ciascuno il suo.

La giustizia è sempre conforme alla legge? Non saprei.

So che è importante credere nelle Istituzioni, ma riuscire a ripeterlo guardando negli occhi le vittime, è difficile.

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