17 anni dopo, Taormina vuole i soldi dalla Franzoni

75
Advertisement

Diciassette anni dopo il delitto di Cogne, quando il 30 gennaio 2002 fu ucciso nel lettone di casa il piccolo Samuele Lorenzi, di appena tre anni, la villetta di frazione Montroz, da allora disabitata, è ora al centro di una disputa giudiziaria. A chi ricorda il teatro mediatico di allora non sfuggirà che l’avvocato Carlo Taormina, subentrato al collega Carlo Federico Grosso per difendere Anna Maria Franzoni dall’accusa di aver ucciso il figlio, da tempo pretende di essere risarcito per il mancato compenso, nonostante la famiglia Franzoni (che poi optò per un terzo legale, Paola Savio) avesse sempre sostenuto che il legale si fosse offerto di assisterla a titolo gratuito. Franzoni, che si è sempre dichiarata innocente, ha scontato 16 anni di carcere ma nel 2017, con sentenza civile, è stata condannata a risarcire il penalista per un mancato compenso di oltre 275 mila euro per averla difesa (Taormina di euro ne aveva chiesti 700 mila). Ora però l’avvocato Carlo Taormina chiede di pignorare la villetta del delitto per recuperare il denaro del mancato pagamento della parcella.

Advertisement